In una bellissima giornata di fine agosto il nostro capo gruppo Silvano se ne è andato a spasso lungo le pendici delle dolomiti vicentine regalandoci panorami mozzafiato come sempre arricchiti dalle sue preziose didascalie. Clicca sulla fotografia per vedere tutte le fotografie dell' escursione ...
... passeggiata lungo i sentieri delle 12 battaglie dell'Isonzo. Una visita anche al campo di concentramento della Risiera di S. Sabba a Trieste dove esisteva un forno crematoio.
Silvano Bertoletti
... la giornata si presenta non troppo bene, ma sono fiducioso nelle previsioni e sto salendo la strada che da Rovereto mi porterà ad Albaredo 705mt per il rivo sinistro del torrente Leno di Vallarsa, all’inizio dell’ abitato si prende la strada che si stacca a destra, M. Zugna Km 12. Si incomincia a salire e la strada si fa subito stretta ma asfaltata e tenuta bene, continuo a salire non so dove incontrerò la neve sul percorso, ai bordi, ci sono stupendi cuscini di Erica fiorita che avvolgono le rocce di un rosa stupendo, dopo pochi chilometri, trovo la neve, prima ai bordi sempre più alta e poi la strada si fa tutta bianca sporca, metto le 4x4 alla “cavreta” e senza difficoltà arrivo al Rifugio Malga Zugna 1616mt.
Il rifugio è stato ristrutturato da poco, ora è molto più spazioso e bello, entro per un caffè, saluto la signora molto gentile, faccio quattro chiacchiere e parto dando l’arrivederci a più tardi : al ritorno dalla cima Zugna. Zaino in spalla e via, arrivo alla chiesetta poco oltre il rifugio e devo mettermi subito le ciaspe, la notte prima aveva fatto 40 centimetri di neve fresca. Continuo la salita, mi sposto verso sinistra fuori dalla vegetazione e salgo diritto verso delle betulle addormentate nella neve, così arrivo al pianoro del Parco della PACE a 1748mt. Questa è la terza volta che salgo allo Zugna, la prima con la neve, e se non lo avessi visto precedentemente non saprei di essere al Parco della Pace : ora è solo una distesa bianca di neve, affiora soltanto l’ex ospedale all’estremità del parco. In questo luogo gli austriaci avevano costruito prima del 1915 un villaggio, con postazioni di artiglierie in caverna e una raccolta di acqua piovana : su un lato del parco era stato costruito un impluvio di circa 1500 mq che a sua volta riempiva delle vasche per far decantare l’acqua. Continuo a salire, mi volto sui miei trascorsi passi e vedo soltanto la mia impronta sulla neve è un sensazione bellissima, oltrepasso una casina posta sul ciglio Val d’Adige e mantenendomi sulla destra arrivo sotto l’ultimo salto della cima che raggiungo, dalla partenza sono passate un’ora e mezza.
Dalla croce di vetta il panorama è stupendo anche se non è proprio sereno ma forse per questo è ancora più bello, davanti il gruppo del Carega con le nuvole che giocano fra i sui campanili, il Pasubio calmo e sornione e la sottostante Vallarsa, stupendo il contrasto con le cime bianche e il fondo valle color “polenta consa” verso sud l’altipiano della Lessinia e la catena del M. Baldo. Mi giro verso occidente e si apre tutto l’arco alpino Retico, ci vorrebbe una giornata per battezzare tutte le cime che si vedono. Purtroppo è ora di scendere, dopo il Parco della Pace mi mantengo sulla sinistra e procedo nel bosco, è stupendo con le ciaspe sulla neve vergine, ci sono attimi che vorrei incorniciare, li imprimo con la macchina fotografica ma i più belli li tengo per me nella mia mente. Sceso a Rovereto, non posso non passare per Castel Dante dove sorge l’Ossario, passo a salutare in mezzo a tanti nomi scritti sulle pareti Pietro Bertoletti, forse un mio lontano parente, ma con il pensiero li saluto tutti, sono tutti miei parenti. Fuori nel giardino, sul lato sinistro, una stele con al suo lato una lapide lavorata con su scritto: 5° Alpini Btg. Monte Suello Magnini Paolo nato 15-8-1898 morto 16-10-1917 Malga Zugna.
Silvano Bertoletti
... sto salendo verso Folgaria, e a sua volta a Passo Coe per salire al Monte Maggio 1853mt. Un mio caro amico mi aveva chiesto dove si trovava questa montagna, perché suo nonno lì aveva combattuto durante la prima guerra mondiale, ed era anche stato ferito, gli spiegai dove si trovava e da allora ero curioso di salire su questa cima.
Passo Coe 1610 mt, il cielo non promette niente di buono, arrivo al passo tutto chiuso con la voglia che avevo di bermi un caffè, pazienza, la neve e tanta più di due metri ai bordi della strada, cerco di individuare le indicazioni che mi indichino il sentiero per M. Maggio, trovo la freccia proprio vicino al bar "La Stua" ma è come se non ci fosse : mi indica la direzione verso il bianco più assoluto. Faccio un piccolo ragionamento, è la prima volta che voglio salire al M. Maggio, il tempo non promette niente di buono, devo attraversare una fitta pineta, senz’altro i segni non si vedranno a meno che siano a più di due metri di altezza, perché coperti dalla neve, c’è il rischio di perdersi e meglio rinunciare a questa salita : M. Maggio è li anche domani, a volte è meglio rinunciare e ragionare due minuti prima di fare qualche sciocchezza. Salgo sulla cavreta 4X4 e mi abbasso verso M.ga Zonta 1543mt dove esiste un piccolo sacrario della Grande Guerra e nelle vicinanze la base Nato ora dismessa. Proseguo ancora per circa 500 metri e arrivo ad un piazzale con il cippo N° 17 anno 1853 confine Trentino Veneto. Quota 1550 mt. Inizio la salita verso il Rif. Valbona, la mia intenzione è di salire sul M. Toraro, non c’è pericolo di perdersi il percorso è ben leggibile, sono sull’asfalto ai bordi un muro di più di due metri di neve, cade qualche fiocco di neve ma non fa freddo. Dopo una ventina di minuti arrivo al Rifugio Valbona 1690mt. La strada qui finisce, c’è un muro di quasi tre metri di neve quindi rimonto sul percorso : con un ampio raggio ed un traverso arrivo al Valico di Valbona 1782mt che mette in comunicazione l’altipiano con la Val D’Astico. Spira un vento gelido e forte, il cielo è abbastanza scuro, in lontananza verso casa si notano le cime dell’Adamello illuminate dal sole, così anche la Presanella e più in ombra il gruppo di Brenta, guardo verso oriente in primo piano l’altipiano di Asiago e più defilato verso sinistra cima d’Asta e a malapena le Pale di S. Martino ...
... calzo le ciaspe, e parto mantenendomi sulla sinistra sotto la cresta del Cimoncello di Toraro 1870mt. Avanzo per circa 100 metri, non ci sono più segni di passaggio, lo scivolo è ripido e corro il rischio di finire all’entrata del Rifugio Rumor 1658mt che sorge proprio sotto, o magari portato da una slavina anche se non ho il biglietto !!! Ritorno sui miei passi, tento la salita in cresta, mi alzo per circa 50 metri e si presenta davanti a me una enorme meringa di neve, proprio sopra un piccolo salto di roccia e una sottile cresta in cornice. Anche qui non è salutare, scendo e mi sposto sulla destra, mi tolgo le ciaspe e proseguo senza, la pendenza e abbastanza marcata e le ciaspe sarebbero solo un pericolo. Sopra di me ci sono enormi cornicioni di neve, non è che sia molto salutare (però lo penso adesso che sto scrivendo), proseguo a fatica e arrivo alla sella che divide il Cimoncello dal Toraro. Spira un vento maledettamente freddo e forte : ogni raffica devo voltarmi per non essere mitragliato al viso dalla neve gelata che si alza dal suolo, proseguo a zig zag in cerca della neve dura e arrivo sul pianoro del Toraro. In fondo, verso sud, la croce di vetta simbolo della cristianità ai cui lati affiorano le rocce spazzate dal vento : sono a quota 1897mt. Sono passate circa 2 ore e mezza dalla partenza, faccio alcune fotografie, le mani non le sento più dal freddo e quindi mi infilo i guanti, calzo le ciaspe e inizio la discesa. Non ho mai sentito un vento così forte, a volte devo fermarmi e puntarmi con le racchette per non essere sbattuto per neve (terra). Attraverso a ritroso lo scivolo del Cimoncello, sono su una pendenza di circa 45 gradi, la neve è instabile ma ci sono un po' di piante stecchite, se parte qualcosa posso attaccarmi : alla peggio finisco nel pianoro cento metri più in basso !!! Raggiungo il valico di Valbona ora sono più tranquillo, dopo 20 minuti sono al Rif. Valbona purtroppo chiuso. Mi cerco quindi un posticino al riparo dal vento e mi mangio qualcosa, alle mie spalle ogni tanto guardo il Toraro e il percorso appena fatto : Sil hai fatto una bella interessante e incosciente salita !!!
Silvano Bertoletti
... Cima Trappola 1865mt massima elevazione dei Lessini, è situata ell’estremo Nord-Est del’altipiano Lessineo, diviso a nord dalle Piccole Dolomiti vicentine gruppo del Carega e dalla grande finestra erosiva del Passo Pertica 1522mt. Il versante Nord di C.ma Trappola sprofonda per circa 1000 metri nella Valle di Ronchi trasversale della Val d’Adige, mentre verso Est dalla Valle di Revolto e d’Illasi che la separa dalla catena delle Tre Croci. Strutturalmente la Lessinea e costituita da un grande piastrone a forma di trapezio, inclinato verso sud, e le sue rocce sono di due tipi fondamentali, di sedimentazione marina e a fenomeni vulcanici subaerei e marini. Sono di origine marina, le Dolomie (carbonato di calcio e magnesio) i Calcari (carbonato di calcio) i Calcari Marnosi che contengono anche argilla, sono di origine vulcanica effusiva, i Basalti. Tutto l’altipiano è caratterizzato dalla roccia Rosso ammonitico, costituito prevalentemente da concentrazione di grosse conchiglie marine, di tipo pelagiche cioè in una zona di mare aperto, ma non profondo, in corrispondenza di una ruga elevazione trentino-veronese, nel grande antico bacino marino tropicale della Tetide.
E’ ora di mettersi lo zaino in spalla e partire, sono nel catino di S. Giorgio 1494mt stazione sciistica veronese, la giornata è splendida, è la prima volta che mi trovo da queste parti, consultando la cartina capisco che devo spostarmi verso Est e inconfondibile nella neve si nota una strada silvopastorale che va in quella direzione : si parte. La neve è bella dura, cammino senza difficoltà e dopo 20 minuti arrivo appena sotto M.ga Malera di Sotto 1561mt. Tutto intorno solo un colore : bianco vivo ! Per fortuna ho gli occhiali altrimenti si rischia una congiuntivite acuta. Ora la direzione si sposta verso nord e si entra nel vallone con alla sinistra cima Castel Malera 1772mt, lascio a pochi passi sulla destra M.ga Malera di Mezzo 1520mt e mi dirigo verso M.ga Malera di Sopra 1597mt dove arrivo dopo un ora di cammino, ora calzo le ciaspe bevo un tè caldo, che porto sempre con me in questa stagione, e inizio la salita mantenendomi sulla sinistra dello scivolo di Castel Malera. Dopo circa 30 minuti sono al P.sso di Malera 1722mt e sulla mia sinistra mi salta subito all’occhio la "schifezza" del Rif. S. Giorgio di Castel Gaibana 1806mt e i ripetitori ... ... fa proprio "schifo" !!! Mi mantengo al centro dello zoccolo e salgo alla Bella Lasta 1812mt, anticima di Cima Trappola, davanti a me si alza il sipario, in primo piano le Piccole Dolomiti vicentine, sulla sinistra a perdita d’occhio le Alpi Retiche e sulla destra la catena delle Tre Croci, i Berici e gli Euganei : in questi momenti, che ogni tanto fortunatamente mi regalo, penso sempre ad una cosa soltanto: c’è ancora chi dice che lassù non esiste il Grande Architetto del Mondo !!! Ora percorro in cresta un breve tratto per portarmi sotto cima Trappola, che raggiungo in circa dieci minuti. Sono passate due ore dalla partenza e sono alla quota 1865mt di Cima Trappola. Sotto di me la finestra del P.sso Pertica e valle di Ronchi, alla mia destra la Valle di Revolto con il Plische, mentre proprio d’avanti si staglia il Carega con tutte le sue svariate cime e campanili. Sulla sinistra fra cima Posta e cima Levante l’inconfondibile piramide della Pala di Cherle dove nelle sue vicinanze si trova la lapide con scritto : "PER LA ROCCIA ALLA VITTORIA B.tg MONTE SUELLO Giugno 1917". Mi godo per un attimo questi momenti stupendi e incomincio la discesa mantenendomi sulla sinistra lato Valle di Revolto, ogni tanto mi fermo a scattare qualche fotografia per portare con me queste immagini, che anche in questo momento mentre sto scrivendo rivedo semplicemente chiudendo gli occhi un attimo. Arrivo a M.ga Malera di Sotto e mi fermo per mangiare : trovo un pezzo di asse per sedermi sulla neve senza bagnarmi, tolgo il termometro dallo zaino per misurare la temperatura e poco dopo la lancetta segna +35°C : ecco perché ho caldo ! Posiziono il termometro all’ombra dove si sente un po’ d’aria e la lancetta si abbassa a +14°C : un bello sbalzo non c’è che dire. Si riparte e in breve giungo alla mia “cavreta” Panda 4x4. Anche oggi un altro giorno da incorniciare.
Silvano Bertoletti
... da Rivoltella il Corno si nota sulla destra fra il Monte Baldo e il gruppo del Carega, appena al di la della Val d’Adige. Da Peri, in val d’Adige, appena lasciato il paese sulla destra si sale per la strada della Lessinia fino a Fosse 930 m per in circa 10 Km per strada asfaltata e ben tenuta, arrivati nell’abitato si prende direzione Erbezzo, si arriva alle case di Ronconi splendido panorama verso Sant’Anna dal Faedo e tutta al Lessinia, la strada fa il periplo del Vaio dei Falconi e appena superato le case di Villa si devia a sinistra per immettersi sulla strada del P.sso Fittane – Sega di Ala, si percorre il limite superiore del Vaio dei Falconi per arrivare al Passo delle Fittanze 1390m confine con il Trentino nel 1750 confine tra la repubblica Serenissima e il Tirolo, sul passo sorge il bellissimo monumento alle truppe Alpine. C’è solo un colore dominante il bianco della neve, in lontananza verso nord i Sarentini, con l’altipiano del Renon, il gruppo Bondone Stivo con alle spalle il gruppo del Brenta, più defilato la Presanella e nascosto in parte dall’Altissimo di Nago l’Adamello, in prima fila la catena del Monte Baldo con tutte le sue cime ...
... è il 10 marzo 2009 ed in una giornata di sole calzo le ciaspe incominciando la salita alle spalle del monumento per arrivare sotto Monte Cornetto 1543mt dove sorge l’"obbrobrio" di cemento armato del ripetitore, non so di che cosa, so solo che fa schifo, nelle giornate terse lo si nota anche da Rivoltella. La neve è stupenda, canta sotto le ciaspe e il sole accompagna la mia ombra, scendo fino al Colle della Fontana 1471 mt, mi mantengo sulla destra per salire in costa fino alla Casera Preta di Sotto 1527mt. Sono sull’altipiano dove si trova l’abisso della Spluga della Preta, abisso che si inoltra nelle viscere della terra per un profondità di 980 metri, il primo pozzo all’entrata è profondo più di 120 metri. Mi mantengo al limite destro dell’altipiano per restare in quota e arrivo allo zoccolo finale che mi porta sull’anticima del Corno e in breve sono sotto la croce di Vetta 1545 mt. Il panorama spazia dagli Appennini ai colli Euganei e il contrasto fra il fondovalle e la bianca cima e stupendo. Ritorno sui miei passi e mi abbasso per visitare la Grotta del Ciabattino 1460 m all’entrata stupende stalattiti di ghiaccio che scendono dal soffitto e dal basso enormi stalagmiti faccio qualche foto in loro compagnia per il vero un po’ freddini e ricomincio il ritorno. Proveniente da settentrione si è alzato un vento gelido e il sole lentamente si sta nascondendo fra le nuvole, sono felicissimo di questa situazione sentire il vento gelido che ti sbatte sulla faccia la neve che ti danza tutt’intorno alzata dal vento è stupendo. Arrivo al Passo, da quando sono partito sono passate circa 5 ore.
Silvano Bertoletti
... era il giorno 20 agosto di quest' anno quando Silvano Bertoletti e Tarcisio Manzana si inerpicavano lungo uno dei percorsi della Grande Guerra verso la cima della Mala Mojstrovka 2332mt :
La Mala Mojstrovka si trova nell’alta Val Trenta, è messa a spartiacque tra la Sava (Mar Nero) e l’Isonzo (Mar Adriatico), sorge a settentrione del Passo Vrsic 1611 m che collega Kranjska Gora con Bovec (Plezzo) e Gorizia. Dal 1919 al 1947 passava il confine tra Italia e Jugoslavia attuale Slovenia. Come tutte le Alpi Giulie è una montagna molto selvaggia, è messa al centro, tra il Prisojnik 2547mt che la separa dal passo e il Triglav (Tricorno) massima elevazione della Slovenia con i suoi 2864mt verso settentrione lo Jalovec 2645mt e il Mangart 2679mt. Al suo fianco si eleva la Velika Mojstrovka 2366mt che dalle sue viscere da la vita al fiume Isonzo (Soça), è visibile la forra dove sgorga nella Valle Trenta precisamente a quota 915mt Rifugio Jzvir Soce, l’acqua che sgorga è limpida a tal punto di non vedere il livello stesso. Poco prima di prendere la strada per salire alla sorgente su un pulpito sorge il monumento a di Julius Kugi, soprannominato: Lo scopritore delle Giulie, emerito botanico e alpinista. Sulla strada che scende a Kranjska Gora dal passo circa 5 kilometri a 1200mt di quota, sorge in una radura la Ruska Kapelica, a ricordo dei 300 prigionieri russi morti nel 1916 sotto un’enorme valanga, erano in totale 10.000 prigionieri, addetti alla costruzione per l’impero Austro-Ungarico della strada del Passo Vrsic per i rifornimenti alle truppe dislocate sull’Isonzo. Salita alla Mala Mojstrovka. Dal Passo Vrsic si stacca sulla sinistra il sentiero che porta alla sella Sleme 1799mt si piega a sinistra e per ghiaione passando sotto le marce pareti della Mojstrovka si arriva ad un conoide dove inizia la via attrezzata 1810mt. Si entra in un diedro che sale verticalmente per una cinquantina di metri, si sale ancora per roccette, e si effettua un lungo traverso prima a sinistra e poi dopo un breve salto, a destra, si arriva ad una terrazza detritica, si punta verso destra e per facili roccette, molto divertente si arriva sulla cima. Dalla partenza sono passate circa tre ore. Si scende per il versante sud per ripidi ghiaioni facili ad un pulpito si entra tra i mughi per poi sbucare ad una selletta dove parte lo stupendo ghiaione che finisce pochi metri prima del passo, noi prendiamo il lungo traverso, verso sinistra che ci porterà al parcheggio della macchina. Scendiamo verso Koca Erjavceva (Rifugio) 1525mt. Piove ma noi siamo al coperto è ora di pranzo.
... era il giorno 11 Settembre di quest' anno quando il nostro capo gruppo, Silvano Bertoletti, dopo varie ricerche sull' altopiano della Bainsizza in Slovenia è riuscito a torvare il punto esatto dove il 5 Ottobre 1917 fu colpito a morte il Generale di Divisione Achille Papa, desenzanese e decorato con la Medaglia d' Oro al V.M. di cui si fregia il Nostro Vessilo Sezionale.
Il cippo a piramide tronca si trova sulle alture del Monte Gomila alla quota di 816 mt. La targa che lo ricorda è rivolta verso occidente ... ... verso la Sua Terra.
... il 22 Agosto di quest' anno il Gruppo, nelle persone di Silvano e Ciso, è ritornato sulla cima del Monte Nero che fu nel 1916 teatro di sanguinose battaglie per la conquista di questa strategica postazione. Ogni passo che porti davanti all' altro passo è come leggere un libro : un libro che parla della storia scritta dai Nostri Alpini.
Ciso e Silvano hanno camminato, hanno pregato, si sono commossi ed hanno sudato per circa 11 ore ma la soddisfazione è stata tale da far sembrare tutto una passeggiata. Sensazioni che si possono provare solamente salendo lassù tra sassi, trincee, postazioni e caverne.